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martedì 5 luglio 2011

TRILUSSA



Celebri aforismi di Carlo Alberto Salustri




§                     Anche l'amore è un'arca  che salva dal diluvio della vita  ma a tempesta finita  non si sa mai la roba     che si sbarca.
§                     Chi a raccoglier allori non s'adopra, non può sognare di dormirci sopra.
§                     Il caso ci protegge più di qualunque legge.
§                     Lo struzzo magna più der necessario perché se crede un alto funzionario.
§                     Quando l'orgoglio pensa: – Non posso, dice: – Non voglio.
§                     Se vôi l'ammirazione de l'amichi nun faje capì mai quello che dichi.
§                     Se insisti e resisti raggiungi e conquisti.
§                     Sovrano come er popolo sovrano | che viceversa nun commanna mai.
§                     Spesso una cosa stupida si regge perché viene approvata dalla Legge.

domenica 26 giugno 2011

NUMMERI

di Trilussa
- Conterò poco, è vero:
- diceva l'Uno ar Zero -
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
lo, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.
1944

L'amicizia

La Tartaruga aveva chiesto a Giove:
Vojo una casa piccola, in maniera che c'entri solo quarche amica vera, che sia sincera e me ne dia le prove.
Te lo prometto e basta la parola: - rispose Giove - ma sari costretta a vive in una casa così stretta che c'entrerai tu sola.

Trilussa

sabato 25 giugno 2011

Avarizia

Ho conosciuto un vecchio
ricco, ma avaro: avaro a un punto tale
che guarda i soldi nello specchio
per veder raddoppiato il capitale.

Allora dice: Quelli li do via
perché ci faccio la beneficenza;
ma questi me li tengo per prudenza...
E li ripone nella scrivania.
Trilussa

TRILUSSA - La ninna nanna della guerra (1914)

... Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d'una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d'assassini
che c'insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!

L' Omo e la Scimmia di Trilussa




L' Omo disse a la Scimmia:
-Sei brutta , dispettosa:
ma come sei ridicola!
ma quanto sei curiosa!
Quann' io te vedo, rido:
rido nun se sa quanto!...

La Scimmia disse : - Sfido!
T' arissomijo tanto!

venerdì 17 giugno 2011

TRILUSSA


Carlo Alberto Salustri, più conosciuto con lo pseudonimo di Trilussa -anagramma del cognome -, (Roma26 ottobre 1871 – Roma21 dicembre 1950), è stato un poeta italiano, noto per le sue composizioni in dialetto romanesco.


le sue opere lo resero subito un personaggio popolarissimo, ma durante la sua vita fu sempre assillato da problemi economici.

Il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi nominò Trilussa senatore a vita il 1º dicembre 1950, venti giorni prima che morisse; già da tempo malato, e presago della fine imminente, ma con immutata ironia, il poeta commentò: "M'hanno nominato senatore a morte".


Ecco un breve estratto da un sonetto:


« Io che conosco bene l'idee tue
so' certo che quer pollo che te magni,
se vengo giù, sarà diviso in due:
mezzo a te, mezzo a me...Semo compagni
No, no - rispose er Gatto senza core -
io non divido gnente co' nessuno:
fo er socialista quanno sto a diggiuno,
ma quanno magno so' conservatore »

(Trilussa, Er compagno scompagno)


L'indovina de le carte1


- Pe' fa' le carte quanto t'ho da dà?

- Cinque lire. - Ecco qui; bada però

che m'haio da di' la pura verità...

- Nun dubbitate che ve la dirò.

Voi ciavete un amico che ve vô

imbrojà ne l'affari. - Nun pô sta2

perché l'affari adesso nu' li fo.

- Vostra moje v'inganna. - Ma va' là!


So' vedevo dar tempo der cuccù!3

- V'arimmojate. - E levete de qui!

Ce so' cascato e nun ce casco più!


- Vedo sur fante un certo nun so che...

Ve so' state arubbate... - Oh questo sì:

le cinque lire che t'ho dato a te.


1) La cartomante.

2) Non può essere vero.

3) Da tempo immemorabile.


L'ingegno

L'Aquila disse ar Gatto: - Ormai so' celebre.
Cór nome e có la fama che ciò io
me ne frego der monno: tutti l'ommini
so' ammiratori de l'ingegno mio! -

Er Gatto je rispose: - Nu' ne dubbito.
Io, però, che frequento la cucina,
te posso di' che l'Omo ammira l'Aquila,
ma in fonno preferisce la Gallina...

                                           Roma, Trastevere: monumento a Trilussa a ponte Sisto 
                                                      Piazza Trilussa                                      

                                 

Con un linguaggio arguto, appena increspato dal dialetto borghese, Trilussa ha commentato circa cinquant'anni di cronaca romana e italiana, dall'età giolittiana agli anni del fascismo e a quelli del dopoguerra.
Una piccola curiosità, Trilussa condivide con Gioachino Belli, oltre che il posto di poeta romanesco
per antonomasia, anche la data di morte, entrambi muoiono il 21 dicembre ad 87 anni di distanza l'uno dall'altro.