La chiesa di S.Giovanni della Malva è molto antica: menzionata nel XII secolo in una bolla papale di Callisto II con il nome diS.Johannis prope portam (ovvero in prossimità della porta Settimiana) come filiale di S.Maria in Trastevere e nel XIV secolo come S.Johannes ad Janiculum (ossia presso il Gianicolo), rimane invece incerto il toponimo attuale: secondo alcuni si riferisce alle piante di malva che crescevano tra le fessure dell'edificio, secondo altri ad una famiglia Malva che avrebbe vissuto nelle vicinanze. In occasione del Giubileo del 1475 papa Sisto IV la fece restaurare perché la contemporanea costruzione di ponte Sisto pose la chiesa lungo il percorso che conduceva i pellegrini, con il successivo tracciato della via Sancta, al Vaticano. Purtroppo nei secoli successivi la chiesa fu progressivamente abbandonata tanto che nel 1818 venne presa la decisione di demolirla: nel 1851 fu ricostruita ex novo, per volontà dei duchi Grazioli, dall'architetto Giacomo Moraldi. L'antica chiesa a tre navate venne così sostituita dall'attuale a croce greca con cupola semisferica: sull'atrio, separato dalla chiesa da due colonne corinzie, si trova la cantoria. La decorazione interna è affidata ad alcune tele risalenti al Settecento e all'Ottocento, che sostituirono quelle più antiche, andate purtroppo distrutte: sull'altare maggiore è situata una pala raffigurante la Vergine tra i Santi Giovanni Battista ed Evangelista, di autore ignoto. La facciata si presenta a tre ordini verticali: su quello centrale, sopra il portale d'ingresso, è situato un bassorilievo anch'esso raffigurante la Vergine con S.Giovanni Battista e S.Giovanni Evangelista, mentre sui due ordini laterali si trovano due bassorilievi con i simboli iconografici dei due santi, un agnello per S.Giovanni Battista ed un'aquila per S.Giovanni Evangelista. Sull'architrave si trova l'epigrafe DEO SACR IN HONOR DEIP IMMACVL ET SS IOAN BAPT ET EV, mentre al centro del timpano triangolare che conclude la facciata è situato lo stemma dei Grazioli. Dal 1° agosto 2004 la chiesa è la sede della Comunità albanese a Roma.
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