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Visualizzazione post con etichetta Albergo trastevere. Mostra tutti i post
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martedì 5 giugno 2012

Attila di Giuseppe Verdi in scena al Teatro dell'Opera





Attila di Giuseppe Verdi in scena al Teatro dell'Opera dal 25 maggio al 5 giugno 2012


Il maestro Riccardo Muti dirige "Attila" di Giuseppe Verdi al Teatro dell'Opera. Sul palco Tatiana Serjan, Ilad Abdrazakov e Nicola Alaimo. Regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi. Lo spettacolo va in scena dal 25 maggio al 5 giugno 2012

Voto Redazione: 10
Orario: 25, 28, 31 maggio e 5 giugno ore 20:30; 27 maggio e 3 giugno ore 17:00
Costo: da 17 a 159 euro
Zona: Esquilino Municipio 1 Centro
Sito: http://www.operaroma.it
Dal: 25/05/2012
Al: 05/06/2012

Potrebbe interessarti:http://www.romatoday.it/eventi/teatro/attila-teatro-opera-roma-riccado-muti-25-maggio-5-giugno-2012.html
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mercoledì 9 maggio 2012

Luoghi, figure, nature morte. Opere della Galleria d’Arte Moderna di Roma




Articolate su tre temi - Figura, Veduta e visione di Roma e Natura Morta - accompagnati da un percorso trasversale attraverso la scultura, le opere esposte – circa 140 delle oltre 3.000 in collezione - offrono un quadro esaustivo della cultura a Roma dall’ultimo quarto dell’Ottocento fino al secondo dopoguerra. Un periodo che con la nascita di Roma Capitale vede importanti trasformazioni storiche e sociali e che vive, con la realtà delle due guerre mondiali, le importanti dinamiche culturali della prima metà del Novecento.
La sezione dedicata alla figura esordisce al primo piano con Alla fonte di Nino Costa, manifesto del simbolismo a Roma, proseguendo con i ritratti della Secessione e il classicismo degli anni Venti rappresentato dal grande dipinto Serenità di Felice Carena. Giunge quindi agli anni Trenta con opere come Giocatore di Ping-Pong di Giuseppe Capogrossi, Giovani in riva al mare di Franco Gentilini, Combattimento di gladiatori di Giorgio de Chirico e un prezioso nucleo di dipinti dellaScuola Romana.
Al secondo piano la città di Roma si mostra nelle vedute della pittura ottocentesca, nell’adesione al Novecento di Francalancia e Trombadori arrivando alle interpretazioni visionarie del Sic Transit di Hirémy Hirschl e de Il Cardinal Decano di Scipione, uno dei pezzi più noti della collezione.
Al terzo piano, nella sezione sulla natura morta genere caro al Novecento, le dissoluzioni formali di Giorgio Morandi e il tonalismo romano di Cavalli e Capogrossi contraltano con le composizioni poetiche di Casorati dove fissità ed estraniamento degli oggetti suggeriscono nuove letture.
Il dialogo tra tradizione e modernità, nella scultura tra Otto e Novecento, è ben rappresentato infine dal Busto di Signora di Auguste Rodin e dal realismo di Vincenzo Gemito fino ai capolavori degli anni Trenta dove Il Pastore di Arturo Martini e la Bagnante di Marino Marini offrono immagini fortemente innovative, estranee alla retorica del regime.
 
Biglietto d'ingresso
Intero: € 5,50
Ridotto: € 4,50
Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Per i cittadini residenti nel Comune di Roma (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza)
Intero: € 4,50
Ridotto: € 3,50

venerdì 20 aprile 2012

Il Guggenheim. L'avanguardia americana 1945-1980

"Il Guggenheim. L'avanguardia americana 1945-1980" al palazzo delle Esposizioni Eventi a Roma
L'avanguardia americana del secondo dopoguerra esposta al museo Guggenheim arriva in mostra a Roma dal 7 febbraio al 6 maggio. L'esposizione, a cura di Lauren Hinkson, illustra gli snodi principali dello sviluppo dell’arte americana in un periodo di grandi trasformazioni nella storia degli Stati Uniti: un’epoca segnata da prosperità economica, rivolgimenti politici e conflitti internazionali, oltre che da progressi sostanziali in ambito culturale.
Nell'immediato dopoguerra, negli Stati Uniti si assistette a una straordinaria proliferazione delle pratiche estetiche più diverse: dall’irriverente entusiasmo della Pop art per l’immaginario popolare fino alle meditazioni intellettualistiche sul significato dell’immagine che caratterizzano l’Arte concettuale negli anni sessanta; dall’estetica scarnificata del Minimalismo alle sgargianti iconografie del Fotorealismo negli anni settanta. Movimenti profondamente diversi tra loro ma accomunati da un impegno sostanziale ad indagare la natura intrinseca, il senso e le finalità dell’arte.

mercoledì 28 marzo 2012

Leonard Freed. Io amo l’Italia



ROMA -Leonard Freed, grande fotografo newyorkese membro della Magnum dal 1972, amava parlare del suo rapporto con l’Italia come di una lunga “storia d’amore”. Un amore che lo portò a visitare il nostro paese più di 45 volte e a scattare migliaia di indimenticabili immagini.

100 SCATTI - La mostra “Leonard Freed. Io amo l’Italia”, ospitata dal Museo di Roma in Trastevere dal 30 marzo al 27 maggio, ne presenta una straordinaria selezione: 100 fotografie in bianco e nero scattate tra Roma, Firenze, Napoli, Milano e Palermo che raccontano la vita quotidiana, i volti e i gesti del Belpaese senza l’uso di facili stereotipi. Freed amava definirsi un artista, non un fotoreporter. Considerava le sue immagini fotografie “emotive” e non “informative” e, infatti, dai suoi scatti non traspare la ricerca della notizia bensì la volontà di approfondire la dimensione più intima della natura umana.

ISPIRATO DALL'ITALIA - L’Italia fu una delle sue principali fonti di ispirazione, una terra che lo affascinò tutta la vita perché qui “il passato è sempre presente non solo nei luoghi ma nella vita quotidiana della gente”. Infatti più che su paesaggi e architetture, il suo obiettivo si focalizzò proprio sulle persone immortalandole con empatia e sensibilità nel corso dei decenni: dal desiderio di rinascita del dopoguerra agli albori del nuovo benessere, dai riti collettivi alla eccezionalità di un ritratto fotografico scattato per strada con una tovaglia bianca come sfondo, dalla vita dei pescatori siciliani a quella delle donne di Napoli.

mercoledì 20 luglio 2011

Trastevere e la Festa de’ Noantri: una passeggiata fra le viuzze tortuose di uno dei quartieri più autentici e tradizionali di Roma

Orario d’inizio: h 21.00 (Accoglienza e registrazioni da 30’ prima).
Appuntamento: Piazza Sonnino, presso l’entrata del Punto d’Informazione Turistica (P.I.T)
Contributo visita: adulti € 8.00; ragazzi (6-18 anni) € 2.00; bambini (1-5) gratis
Prenota la tua visita al numero 3383435907 o tramite e-mail: romaelazioxte@gmail.com

Venerdì 22 luglio ore 21.00
Trastevere e la Festa de’ Noantri: una passeggiata fra le viuzze tortuose di uno dei quartieri più autentici e tradizionali di Roma
Sulla riva destra del Tevere si sviluppò, sin dall'Antichità, un quartiere dall’animo popolare e multiculturale, che legò il suo destino alle attività dei porti fluviali. Oggi Trastevere è invece il quartiere principe della movida romana grazie alla ricchezza di ristoranti tipici, botteghe, negozietti e locali notturni. Passeggiando assieme, conosceremo storia e leggende legate a questo rione che ha mantenuto il suo carattere originale nell'intrecciarsi dei suoi stretti vicoli, delle sue piazze e slarghi su cui si affacciano costruzioni medioevali e rinascimentali: la scintillante piazza di S. Maria in Trastevere con la chiesa medievale dedicata alla Vergine, piazza in Piscinula e piazza dei Mercanti con le tipiche taverne rinascimentali, piazza di S. Cecilia, ed infine le piazze dedicate a Trilussa e Gioacchino Belli due fra i più amati poeti del vernacolo romanesco.
Docente: Maurizio Ficari

martedì 19 luglio 2011

Musica e mito negli affreschi di Raffaello

 

Panoramica


Villa Farnesina, Via della Lungara, 230, Roma

Da marzo a luglio, ogni martedì alle 11:00

Visita guidata con musica barocca dal vivo in una delle sedi più prestigiose di Roma.

I nostri Itinerari svelano attraverso la musica e le guide d'arte, le grandi realizzazioni di Michelangelo, Caravaggio, Bernini, e tanti altri artisti che hanno fatto di Roma una città unica al mondo. Un'esperienza indimenticabile, in cui la conoscenza diventa intensa emozione, svelando la storia e i segreti di opere immortali, vivendo la musica dei grandi compositori del tempo eseguita con gli stessi strumenti dell'epoca.

Ogni Itinerario apre una finestra nel tempo che consente di entrare, attraverso i suoni, "dentro" l'opera figurativa o architettonica. La musica, linguaggio non verbale per eccellenza, è in grado di abbattere ogni barriera linguistica, annullare distanze spazio-temporali, eccitare emozioni ed immaginazione, rappresentare la voce stessa dell'opera.

Cancellazioni accettate fino a 1 settimana prima dell'evento

    • Luglio 5, 12, 19, 26
    inizio alle ore 11:00
  • Biglietteria

    Botteghino aperto sul posto dalle ore 10:30. Ingresso € 27, Roma pass: € 24, Condizioni speciali per famiglie.
    Info & prenotazioni:
    +39 3881975179
    info@romaoperaomnia.com

lunedì 18 luglio 2011

Vicolo dell'Atleta

Il nome di questo vicolo deriva dal ritrovamento, avvenuto intorno alla metà dell'Ottocento, della statua dell'atleta detto Apoxyomenos, dal greco colui che si pulisce il corpo con la strigile, un attrezzo a lama ricurva, perlopiù in avorio, che gli antichi utilizzavano per pulire la pelle dall'olio o dalla polvere, dopo il bagno o la lotta. La statua (nella foto 1), ora ai Musei Vaticani, è una copia in marmo dell'originale bronzeo dello scultore greco Lisippo (IV secolo a.C.), collocata originariamente all'ingresso delle Terme di Agrippa. Si narra che l'imperatore Tiberio fece trasferire la statua nella sua residenza personale ma fu costretto a restituirla per l'insistenza del popolo, che ad ogni sua apparizione la reclamava a gran voce. La statua oggi si presenta sostanzialmente in buone condizioni, a seguito degli interventi dello scultore Tenerani, che provvide al restauro dopo il ritrovamento, ed alla completa ed approfondita pulitura del 1994. L'Apoxyomenos fu rinvenuto insieme ad altri reperti, quali alcune parti di statue bronzee ed un cavallo, anch'esso bronzeo ed opera di Lisippo. Il vicolo, come già menzionato, assunse questo nome nel 1873 dopo il ritrovamento della statua, ma un tempo si chiamava vicolo delle Palme, per la presenza di tali alberi dinanzi alla vecchia Sinagoga degli ebrei: infatti fu proprio in questa zona che si stabilì, fin dai tempi della Repubblica, il primo nucleo della comunità ebraica, prima del suo spostamento nel rione S.Angelo, risalente al periodo medioevale. La Sinagoga fu fondata dal lessicografo Nathan ben Jechiel (1035-1106) e si presume che abbia avuto sede dove oggi è situata una bella casa medioevale (nella foto in alto), con loggia ad arcate su colonne ed una cornice ad archi su mensolette in pietra: a conferma di questa ipotesi la colonna centrale dell'arcata presenta ancora oggi alcuni caratteri ebraici scolpiti nel marmo. La Sinagoga andò distrutta a seguito di un grave incendio il 28 agosto 1268.

mercoledì 6 luglio 2011

Gianicolo

L'occupazione del Gianicolo, che la tradizione attribuisce al re Anco Marcio, era indispensabile alla difesa della città: il colle costituiva la naturale testa di ponte sulla riva destra del Tevere, di fronte al ponte Sublicio. Sul Gianicolo vennero sepolti noti personaggi: oltre al mitico re Numa, ricordiamo i poeti Ennio e Cecilio Stazio. Il colle fu sacro a Giano (donde il nome) che vi aveva istituito la sua città e vi aveva dedicati tanti altari quanti erano i mesi dell'anno. Giano, il dio bifronte, regnava, secondo la religione romana, su ogni luogo di passaggio (Giano deriva dal latino ianus, cioè porta, uscio) e, visto che il Gianicolo fungeva simbolicamente da porta della città verso l'esterno, la sua ubicazione in questo luogo è alquanto logica.Fu anche teatro degli eroici eventi che si svolsero nel 1849, quando l'esercito francese attaccò la città. I repubblicani di Garibaldi resistettero per settimane alle truppe francesi di gran lunga superiori, finché non furono sopraffatti: a ricordo di ciò, in piazzale G.Garibaldi sorge la grande statua equestre di Garibaldi (nella foto in alto), opera di Emilio Gallori ed inaugurata nel 1895. Alla base della statua vi è scritta la celebre frase "O Roma o morte".
 Secondo un'antica tradizione, il mezzogiorno viene annunciato a Roma da un colpo di cannone sparato dalla terrazza del Gianicolo.

martedì 28 giugno 2011

Cesare Pascarella


L'allustrascarpe filosofo

So' trent'anni che fo sta' professione
e ancora, graziaddio, nun so' mai morto:
so' vecchio; ar camminà, cammino storto,
eppure, sarv'ognuno sto benone.

La notte me rintano in d'un portone;
e la mattina appresso, quanno sòrto,
Omina bona mea mecume porto
e me rimetto qui su 'sto cantone.

Si abusco, quer ch'abusco me lo magno;
si nun abusco, e me succede spesso,
me fumo quattro mòzze e nun me lagno.

Ma si l'incasso supera er valore
de quello che me serve, er giorno appresso
chiudo bottega e vado a fa' er signore.

Li principii

Diceva bene Checco a l'osteria:
'Ogni omo deve avécce er suo pensiero'.
Pensi bianco? Si un antro pensa nero,
rispetteje er pensiero e cusì sia.

Vor di', si te ce trovi in compagnia,
je pòi di': - Tu te sbaji... Nun è vero... -
Ma, sempre semo lì, vacce leggero,
perché ar monno, ce vo' filosofia.

E scrivetelo drento a la ragione,
che fra l'omo e er principio cambia aspetto.
Io defatti, si in quarche discussione

trovo che di' co' quarche giovenotto,
quello che sia principio lo rispetto,
ma quello che sia omo lo scazzotto.

lunedì 27 giugno 2011

Villa Spada

Al civico 1 di via Giacomo Medici si trova villa Spada (nella foto sopral'ingresso alla palazzina), costruita nel 1639 dall'architetto Francesco Baratta, su commissione di Vincenzo Nobili. La denominazione villa Spada comparve per la prima volta sulla pianta del Nolli nel 1748, nella quale si può osservare la proprietà attraversata longitudinalmente da due vialetti rettilinei e la palazzina con i giardini, appartenente al principe don Giuseppe Spada Varalli. Nel 1849 l'edificio divenne sede del quartier generale di Garibaldi, dopo la rovina di villa Savorelli. Villa Spada era tenuta dal battaglione dei Bersaglieri Lombardi, comandati dal colonnello Luciano Manara, di 24 anni, eroe delle Cinque Giornate di Milano e poi Capo di Stato Maggiore di Garibaldi. Nella notte tra il 29 e il 30 giugno i francesi sferrarono l'attacco decisivo: dopo la disfatta di villa Savorelli, come sopra menzionato, fu la volta di villa Spada. I francesi furono dapprima respinti da un contrattacco guidato da Garibaldi e da Manara, ma tornarono all'attacco con forze preponderanti. La villa fu squassata dalle cannonate e crivellata dal violento fuoco di fucileria. Manara fu ucciso da un colpo di carabina, ma i suoi bersaglieri continuarono a resistere. Era il 30 giugno 1849 e la sera stessa l'Assemblea della Repubblica decretava la cessazione della resistenza. La villa fu ricostruita secondo i disegni originali: la facciata, di colore chiaro in contrasto con le decorazioni grigio-pietra, è preceduta da una doppia scalinata a tenaglia, con al centro una piccola fontana a conchiglia, che conduce all'ingresso principale, una porta incorniciata sovrastata da uno stemma gentilizio. Ai due lati del portone, nella parte inferiore della facciata, si trovano due finestre sormontate da cornici ovali, mentre nella parte superiore due cornici vuote sormontate da un'aquila. Nell'attico, tra due piccole finestre, un'epigrafe latina così recita: "Villa Nobili. Viandante sappi che qui dove vedi la casa edificata da Vincenzo Nobili per ricreare gli animi tra le bellezze della natura, Cesare Augusto costruì l'emissario dell'acqua chiamata con il suo nome, originata dal lago Alsietino, quattordici miglia da Roma e condotta nella regione di Trastevere. È tutto. Va lieto e addio. Anno 1639"; naturalmente si fa riferimento all' Acquedotto Alsietino. Attualmente villa Spada è sede dell'Ambasciata d'Irlanda presso la Santa Sede.

giovedì 16 giugno 2011

TRASTEVERE

Trastevere, un quartiere per tutti i gusti

Trastevere, facilmente raggiungibile
con la linea 8 del tram (fermata: Stazione Trastevere), si trova a
pochi passi dal fiume Tevere, dal latino appunto trans Tiberim - al di
là del Tevere -, e rappresenta uno dei pochi quartieri di Roma dalle
fattezze prettamente medievali circondati da appartamenti di lusso.


Sebbene questo quartiere non sia più così sconosciuto ai turisti, tanto
che alcuni ristoranti hanno dovuto scrivere i loro menù anche in lingua
inglese, è comunque riuscito a mantenere una sua identità: le stradine
corte e tortuose, per la maggior parte esclusivamente pedonali, offrono
attrattive a turisti e visitatori di ogni età.

Di giorno, ed
in particolare il pomeriggio, il quartiere si popola di mercatini,
aprono negozi di artigianato, gastronomia e vestiario, bar e pizzerie
per asporto, tra i quali spiccano, fra gli appartamenti del centro di Roma, anche kebab e ristoranti etnici, per la maggior parte asiatici.



Ma non mancano le autoctone pasticcerie, panetterie e trattorie, tra
cui anche "L'osteria Rugantino", Via della Lungaretta 54 e "Cacio &
Pepe", Vicolo del Cinque 15, che offrono la cucina tipica a prezzi
modici.

Per i più giovani, ma non solo, di notte le strade si
animano di pub e locali per tutti i gusti, tra circoli privati, lounge
bar e qualche discoteca.
Ma ciò che attrae maggiormente i giovani
in questo quartiere è il rito dell'aperitivo: giovani romani, studenti
fuori sede ed erasmus, si ritrovano per le vie dalle 18 in poi e
affollano i numerosi locali. Uno su tutti "Freni e Frizioni" situato a
pochi passi da Piazza Trilussa, ove è possibile ordinare per 5€ un
qualsiasi tipo di bevanda: compresi nel prezzo non sono i soliti snack
da aperitivo come patatine o salatini, bensì pasta, riso, cous-cous,
pane, verdura e frutta. Un aperitivo per tutti i gusti, specialmente
per i vegetariani più incalliti.

Qualche curiosità: Trastevere è il quartiere dove, in uno degli appartamenti a Roma,
è nato Alberto Sordi e in queste strade dall'aspetto "tipicamente
italiano" sono stati girati numerosi film statunitensi e ovviamente
italiani tra i quali, "Ladri di Biciclette" (Vittorio de Sica, 1948),
"Vacanze romane" (William Wyler, 1953), "Trastevere" (Fausto Tozzi,
1971) "Only you – Amore a prima vista" (Norman Jewison, 1994) e il più
recente "Cuore sacro" (Ferzan Opzetek, 2005).


Fonte: Article-Marketing.it

Giuseppe Gioachino Belli

Giuseppe Francesco Antonio Maria Gioachino Raimondo Belli (Roma, 7 settembre 1791 – Roma, 21 dicembre 1863) è stato un poeta italiano. Nei suoi 2200 sonetti in vernacolo romanesco raccolse la voce del popolo della Roma del XIX secolo.

Qui in Trastevere gli è stata dedicata una tra le piazza più importanti del Rione

Figura tuttora molto apprezzata e conosciuta a Roma, ne rappresenta lo spirito popolare insieme ad un altro poeta, Carlo Alberto Salustri, meglio conosciuto come Trilussa.


Romanesco
« La creazzione der monno

L'anno che Gesucristo impastò er monno,
Ché pe impastallo già c'era la pasta,
Verde lo vorze fà, grosso e ritonno,
All'uso d'un cocommero de tasta.

Fece un zole, una luna e un mappamonno,
Ma de le stelle poi dì una catasta:
Su ucelli, bestie immezzo, e pesci in fonno:
Piantò le piante, e doppo disse: "Abbasta".

Me scordavo de dì che creò l'omo,
E coll'omo la donna, Adamo e Eva;
E je proibbì de nun toccaje un pomo.

Ma appena che a maggnà l'ebbe viduti,
Strillò per dio con quanta voce aveva:

"Ommini da vienì, sete futtuti" »

Italiano
« La creazione del mondo

L'anno che Gesù Cristo impastò il mondo,
Poiché per impastarlo già c'era a disposizione la pasta,
Lo volle fare di colore verde, grosso e rotondo,
Come se fosse un cocomero con il tassello.[1]

Fece un sole, una luna e un globo terracqueo,
Di stelle puoi dire pure che ne fece un mucchio:
In cielo mise gli uccelli, gli animali in mezzo e i pesci in fondo:
Piantò le piante e poi disse: "Adesso basta".

Mi scordavo di dire che creò l'uomo,
E insieme all'uomo la donna, Adamo e Eva;
E proibì loro di toccare un suo frutto.

Ma non appena li vide che lo stavano mangiando,
Strillò, per Dio, con tutta la voce che aveva:

"Uomini che dovete ancora nascere, siete fregati" »

(Giuseppe Gioacchino Belli, sonetto n. 165, La creazzione der monno)





Romanesco
« La vita dell’Omo

Nove mesi a la puzza: poi in fassciola
tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni:
poi p’er laccio, in ner crino, e in vesticciola,
cor torcolo e l’imbraghe pe ccarzoni.

Poi comincia er tormento de la scola,
l’abbeccè, le frustate, li ggeloni,
la rosalía, la cacca a la ssediola,
e un po’ de scarlattina e vvormijjoni.

Poi viè ll’arte, er diggiuno, la fatica,
la piggione, le carcere, er governo,
lo spedale, li debbiti, la fica,

er zol d’istate, la neve d’inverno...
E pper urtimo, Iddio sce bbenedica,

viè la Morte, e ffinissce co l’inferno. »


Italiano
« La vita dell'uomo

Nove mesi nella puzza: poi avvolto in fasce
sempre sbaciucchiato, con le croste lattee e i lacrimoni:
poi al laccio, dentro un girello, con una vesticciola,
un copri-capo e un'imbragatura al posto dei calzoni.

Poi comincia il tormento della scuola,
l'abbiccì, le frustate per punizione, i geloni per il freddo,
la rosolia, dover far la cacca sul vasetto
e un accenno di scarlattina e di vaiolo.

Poi viene il lavoro, il digiuno, la fatica;
l'affitto, il carcere, il governo,
l'ospedale, i debiti, la fica,

il sole l'estate e la neve d'inverno ...
E alla fine, che Dio ci benedica,

viene la Morte e tutto finisce all'Inferno. »

(Giuseppe Gioacchino Belli, sonetto n. 781, La vita dell’Omo)

mercoledì 15 giugno 2011

Santa Maria in Trastevere...da non perdere!!!

E’ il luogo principe della movida romana: piazza S. Maria in Trastevere. Con la sua fontana e lo sfondo della chiesa, è sicuramente una delle piazze più belle e romantiche di Roma.
Nonostante sia sempre così affollata e vivace, di giorno quanto di notte, non tutti conoscono le origini della fontana, sui cui gradini si organizzano feste principalmente a base di birra e vino (e non si è abbastanza romani se non ci si è posato il di dietro almeno una volta nella vita!), e spesso sono anche ignorate le origini della basilica.
Fatto curioso, entrambe sono considerate le più antiche nei rispettivi generi: la chiesa, è stata costruita nel III secolo, ed è quindi considerata la prima ad essere fondata a Roma, mentre la fontana fu realizzata nel tardo ‘500 in sostituzione di una più antica, che sorgeva in posizione meno centrale.



Circa 2.000 anni fa proprio qui ebbe luogo un fenomeno misterioso. Secondo una leggenda un giorno del 38 a.C. un getto di petrolio cominciò improvvisamente a sgorgare dal terreno. A questo fenomeno miracoloso fu dato il nome di fons olei (sorgente di olio). Nel corso degli anni si sono iniziati a dare all’evento diversi significati.
Secondo la prima versione cristiana, il prodigio avrebbe preannunciato la nascita di Cristo. Probabilmente fu questo il motivo che spinse i cristiani a chiedere all’imperatore Alessandro Severo (III secolo) di concedere loro la Taberna Meritoria, un ospizio per soldati feriti ubicato proprio in questo sito, ed in seguito a costruirvi sopra la prima chiesa.
Un’altra versione invece parla di una diversa origine della fons olei. Non lontano dalla piazza, il primo imperatore Ottaviano Augusto amava assistere alle naumachie (le famose battaglie navali), che si tenevano in vaste piazze allagate per l’occasione. La naumachia di Augusto sorgeva proprio in Trastevere. Per riempire la piazza, l’imperatore fece costruire un acquedotto che raccoglieva acqua non potabile da una località a nord di Roma, la cui fonte sarebbe stata definita locamente fons olidus (cioè fonte inquinata, sporca).
Secondo questa teoria, quindi, fons olei sarebbe semplicemente una corruzione dell’espressione “fons olidus”.
Nella chiesa di S. Maria in Trastevere è ricordata la leggenda della fons olei. Sotto l’altare, è presente il punto esatto da dove il petrolio sarebbe sgorgato e vi è un’iscrizione che ricorda il misterioso prodigio. Poi fra i meravigliosi mosaici absidali che narrano episodi biblici, in quello raffigurante la nascita di Cristo si distingue chiaramente l’antica Taberna Meritoria, dalla quale un fiume d’olio scorre fino al Tevere.

martedì 14 giugno 2011

Rione Trastevere



Lo dice il nome: è il rione "trans Tiberim", cioè oltre il Tevere, la prima zona ad essere abitata sulla riva occidentale del fiume. Insieme all'isola Tiberina faceva parte della quattordicesima regione di Roma secondo la suddivisione voluta da Augusto. Il suo stemma è una testa di leone in campo rosso. E' il più vasto tra i rioni, collegato al resto della città da ben cinque ponti. Fu in passato una città nella città: quella economica, sede di commerci e quella degli stranieri. Anche se priva di monumenti proprio in questa zona fu costruita la Caserma dei marinai ravennati (era il corpo di guardia che durante gli spettacoli al Colosseo tirava le funi del velario), e lo stadio acquatico costruito da Augusto per le battaglie navali (le Naumachie). Anche l' "Exubitorium" in via della VII Corte (una sorta di vigili urbani di antica età) aveva qui la sua sede. Durante il medioevo Trastevere come tutto il resto di Roma tende a "spopolarsi" e l'area rimane deserta , tanto che quando si ridisegnano, nella seconda metà del XII secolo i nuovi confini dei dodici rioni, Trastevere non è ancora incluso. Ritorna a far parte del territorio urbano soltanto due secoli dopo. Nei suoi vicoli, che ancora, a tratti, conservano l'atmosfera di una Roma antica , il rione è particolarmente ricco di luoghi interessanti e di personaggi illustri che lo abitarono. Raffaello spicca su tutti. Fissò la sua dimora a Porta Settimiana su via della Lungara, il più lungo rettifilio (950 metri) di Roma Rinascimentale, dove si consumò la forte passione dell'artista per Margherita Liuti conosciuta come la Fornarina. Sempre nella stessa via c'è il carcere di Regina Coeli e i famosi tre scalini, che, secondo una tradizione romana danno la patente di quirite soltanto a chi li ha oltrepassati.



Molte le chiese del rione che meritano la visita. Prima fra tutte, la basilica di Santa Maria in Trastevere, la prima aperta al culto della Madonna. Una leggenda bimillenaria, poco nota, narra che nel 38 a.C., qui dove all’epoca sorgeva la ‘Taberna Meritoria’ (un ospizio per soldati feriti), si verificò un curioso fenomeno: un getto di petrolio cominciò a sgorgare improvvisamente dal terreno. Al prodigio fu dato il nome di ‘fons olei’, sorgente d’olio. Nel tempo, il fatto fu diversamente interpretato, sempre in chiave magica o religiosa: secondo la prima versione cristiana, l’evento avrebbe annunciato la venuta del Cristo. Per questo i cristiani chiesero all'imperatore Alessandro Severo (III secolo) di concedere loro la ‘taberna’ per costruirvi sopra la prima chiesa. Un’altra e più laica interpretazione fa risalire l'espressione ‘fons olei’ alle naumachie di Augusto. Per allagare la spianata, l'imperatore utilizzava un acquedotto che raccoglieva acqua non potabile, per cui il luogo sarebbe stato definito ‘fons olidus’, cioè sorgente sporca, inquinata; da cui, per corruzione, ‘fons olei’. Lasciamo Santa Maria e saliamo sul Gianicolo, un colle rimasto poco edificato, teatro di gloriose pagine risorgimentali e balcone privilegiato su Roma. Dal 1903, secondo il rituale introdotto da Pio IX nel 1846 a Castel San’Angelo, ogni giorno alle 12 in punto, tre soldati caricano a salve un cannone per annunciare il mezzogiorno. Il boato è udibile da tutto il centro della città, traffico permettendo. Una prova dello spirito pacifico che caratterizza l’Urbe: cannonate sì, ma per dare il segnale orario.

Mura romane visibili dalla vostra camera

Una delle preoccupazioni maggiori per una città assediata era la disponibilità di rifornimento idrico. Questo, oltre certamente alla difesa di un’area alquanto abitata, fu uno dei principali motivi per cui la cerchia delle mura inglobò anche la zona di Trastevere e del Gianicolo, sul lato destro del fiume, consentendo in tal modo il controllo, per un tratto abbastanza lungo, di entrambe le sponde del Tevere.


Poco più avanti si apre la Porta Settimania corrispondente ad una delle tre porte delle antiche Mura Aureliane.




In epoca medievale da questa porta usciva la strada chiamata Via Recta che, attraverso i campi, consentiva ai pellegrini giunti via Tevere e sbarcati al porto di raggiungere la basilica di San Pietro. La porta fu oggetto di restauri all'inizio del XV secolo e, di nuovo, alla fine dello stesso, quando papa Alessandro VI le fece assumere i caratteri militari che ancora conserva.
Lo stesso papa diede avvio alla sistemazione della Via Recta e il successore Giulio II incluse la strada nel progetto urbanistico, mai realizzato, teso a creare un quadrilatero composto da Ponte Sisto, Via Giulia, Ponte Giulio e Via Recta diventata Via della Lungara.
Malgrado il progetto non fosse stato portato a termine, via della Lungara entrò nel novero delle grandi vie romane e nei suoi pressi nacquero le ville suburbane della nobiltà laica ed ecclesiastica. Percorrendo la strada poco distante dalla porta, si apre l'ingresso di una tra le più straordinarie Ville del Rinascimento: Villa Chigi.